Cesa, Alberto. Robadamatti
Testo:
Tra le piante secolari di quel parco comunale
si contava su una mano chi di solito è un normale
Ma i normali lì erano tutte facce rubiconde
che fluttuavano sulle sedie come il mare tra le onde
Tutto pronto e ben protetto sopra un palco un po' distante
il servizio era perfetto nessun posto era vacante
Lui furtivo ci affiancò tra chitarre e mandolini
e con noi prese a cantare con le smorfie dei bambini
Ma era un canto separato non c'entrava con concerto
e zittirlo era un peccato gli prendeva lo sconforto
Con le mani ci ritmava ma era un ritmo personale
e ogni pezzo scivolava sulla musica atonale
Siamo diavoli con le ali degli angeli
siamo frivoli e un po' rompicoglioni
Finché preso dal successo ritrovandosi un artista
domandò con insistenza di esibirsi da solista
Con il piglio travolgente di chi è vecchio del mestiere
prese in mano l'occasione come un gran cerimoniere
Con la voce tenorile e larghi gesti delle mani
tirò in piedi tutti quanti anche gli ospiti più anziani
Tra gli sguardi un po' allibiti di chi aveva organizzato
tutti sotto a fare il coro come avevano provato.
Siamo diavoli con le ali degli angeli
siamo frivoli e un po' rompicoglioni
E poi senza quegli affanni di chi non sa cosa fare
intrecciando mille mani tutti presero a danzare
Ma non può fermarsi il tempo di chi al tempo ha rinunciato
dopo quel grande momento si sedette un po' accigliato
Siamo diavoli con le ali degli angeli
siamo frivoli e un po' rompicoglioni
Si rimise a canticcchiare sul suo ritmo stravagante
mentre gli occhi indifferenti già guardavano distante
Le due note eran tornate tra i padroni del suo mondo
mentre attorno impertinente continuava il girotondo.
Siamo diavoli con le ali degli angeli
siamo frivoli e un po' rompicoglioni.