Cesa, Alberto. Partigiano


Testo:
C'era una volta un ponte difficile da attraversare
un ponte che separava l'uccidere e l'amare
ma gli uomini che han conquistato
di forza la sponda buona
oggi son suoni inutili una musica che non funziona
E c'era un'altra volta un tempo un tempo meno scemo
che i giovani cercavano io non ero da meno
dai vecchi di capire quello che non andava
quello che tra i libri e il cuore come il fuoco li divorava
É così che son partito un giorno come tanti
con la chitarra in spalla con gli occhi aperti e attenti
a ricercare i suoni e i ritmi del passato
di quello che da bravi avevamo ben studiato
Così mi trovai in montagna con un vecchio partigiano
davanti a del buon vino e al ricordo ormai lontano
dei suoi anni più belli della sua grande occasione
dei giorni della lotta diventati una canzone
E il suo canto partì deciso come i canti della sua terra
con voce forte e fiera come i suoi passi di guerra
E ogni nota era dolcezza malinconia rabbia e rancore
il rancore dei vent'anni ribelli per amore
gettati a muso duro nel fuoco oltre quel ponte
per colorare invano di rosso l'orizzonte
E il mio canto lo seguiva
ma era timido come di un bambino
mi usciva dalla gola strozzato e ballerino
mentre il suo sguardo allegro a poco a poco si intristiva
riattraversando il sogno che sul nascere moriva
Ma canta con più forza non starci su a pensare
con la chitarra in mano hai tanto da gridare
e allora grida forte e per chi non l'ha ancor capito
che il partigiano ha vinto e l'Italia ha tradito
Era già notte fonda e il vino ci scaldava
era la prima volta che la mia voce andava
decisa insieme al canto rabbioso e popolare
di chi senza aver niente questo mondo provò a cambiare
E poi dopo vent'anni musicante di mestiere
lassù son ritornato e lo volli rivedere
e andai all'osteria di quel giorno lontano
ma c'era un bar moderno di stile americano
E i tavoli il bancone le sedie ed i bicchieri
i jeans ed i giubbotti i clienti i camerieri
le facce i tramezzini i discorsi i sorrisini
erano alla moda firmati e un po' cretini
E intorno nella valle c'era un silenzio disperato
non c'era neanche l'ombra del suo grande passato
e quella vecchia voce anche lei se n'è andata
solo da un anno morta da mille ormai scordata
E allora mi è scoppiato nel cuore e nel cervello
il ricordo di quel canto adesso ancor più bello
coi miei quattro compagni come un coro di marziani
abbiam rispolverato quei versi proprio strani
E di nuovo le montagne con quel corpo in mano
ritornarono a scandire come nel tempo lontano
dalle balze alle pendici
dalle cime fino al piano
il passo duro e cadenzato di quel vecchio partigiano
E ogni nota era un fucile puntato dritto al cuore
di quell'insopportabile indifferenza senza amore
puntato contro il grugno dell'imbecillità rinata
laccata qualunquista e telecomandata
E il suo canto tornò deciso come i canti della sua terra
con voce forte e fiera come i suoi passi di guerra
Lo so che non serve a niente ma sarà dura a morire
l'eco della montagna anche per chi non vuol sentire
E allora canta ancora non starci a pensare
con la chitarra in mano hai tanto da gridare
e allora grida forte per chi non l'ha ancor capito
che il partigiano ha vinto e l'Italia ha tradito.

Risorse audio presenti:
Partigiano  
Compositore: Cesa, Alberto
Arrangiatore: Cardinale, Gerardo
Esecutore: Cantovivo
Fa parte di: Fogli volanti : 11 nuove ballate per raccontare, tra cronaca e storia, la lunga avventura musicale, politica e umana